mercoledì 16 ottobre 2013

Uccellini.


Sono appiccicata alle pareti della biblioteca
e non voglio fare né tardi né presto
per studiare insieme a te che parli
la mia lingua e ogni tanto non capisci, allora
c'è bisogno di un traduttore che non sia google
che non sia il Garzanti o il Petit Robert

Poi ci viene a trovare e si appiccica al muro
anche l'uccellino ocra che adesso mi da le spalle
e che ci offre del tè, dei pasticcini che detesta
solo per concludere la serata con una festa

Stiamo tutti e tre a mangiare l'aria fredda
e il cielo combacia con i pensieri e il sole
quasi non si vede e penso spesso al mare
che si vede dalla finestra della cucina
e alle scale che dividono il porto
e la lunga locandina che è la Solfatara
che sembra un film in prima visione
ogni volta. Più ci penso e più
voglio restare qua a pensarci

Ci accompagnano periodi strani
e strategie per passare le serate
in cui cade giù una pioggerella
di cui ignoravo l'esistenza. Dicono
che tra un po' il giardino dell'Università
sarà pieno di neve. Dicono che dovrò
comprare un maglione o un cappotto
migliore. Dicono che mi servirà
un traduttore

E intanto queste parole tutte insieme
inorganiche ma sincere tu le capisci
e c'andiamo a comprare il caffè
da pochi spicci, poi valutiamo i bagni
e rinunciamo ai pasti caldi, ma ci ritroviamo
appiccicati alle pareti della biblioteca
come falene o tende, profumi
per ambiente,
perduti e insieme nel mondo, sempre.

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