La mattina si sveglia presto
nella sua casa di carta
senza finestre, il fratello
più buono e cattivo che ho
Rinnega se stesso al sonno
vaga impaziente sulle mattonelle
roteando gli occhi, lasciandosi
cadere filamentoso e seduto
perfettamente immobile
di statuaria malizia
Quando ho conosciuto
il fratello più buono e più
cattivo che ho – di certo
lui era più piccolo di quanto
non sia piccola io adesso
rispetto alle sue mosse adulte
e ai suoi rimpianti strategici
Mio fratello – quello buono che poi
è diventato il più cattivo che ho
si arrampica su di me per spiegarmi
che c’è vita oltre la cultura
incanalata sugli scaffali
in ordine alfabetico, di età
che ogni tanto riguardo
per capire
Per capire mio fratello
parlo piano e mi faccio capire
mi faccio sentire ma non impongo
che giustizia nei riguardi
che ci legano e che adesso
fanno di lui il fratello
più cattivo
che ho