mercoledì 29 maggio 2013

8:50


I gatti sonnecchiano
sui balconi sbagliati
quelli in cui ci incontravamo
io e te
dove c’erano
gabbiani sporchi
scorciatoie
e abissi
in cui annegare
prima di tornare
e respirare 

domenica 26 maggio 2013

Fratelli.


La mattina si sveglia presto
nella sua casa di carta
senza finestre, il fratello
più buono e cattivo che ho

Rinnega se stesso al sonno
vaga impaziente sulle mattonelle
roteando gli occhi, lasciandosi
cadere filamentoso e seduto
perfettamente immobile
di statuaria malizia

Quando ho conosciuto
il fratello più buono e più
cattivo che ho – di certo
lui era più piccolo di quanto
non sia piccola io adesso
rispetto alle sue mosse adulte
e ai suoi rimpianti strategici

Mio fratello – quello buono che poi
è diventato il più cattivo che ho
si arrampica su di me per spiegarmi
che c’è vita oltre la cultura
incanalata sugli scaffali
in ordine alfabetico, di età
che ogni tanto riguardo
per capire

Per capire mio fratello
parlo piano e mi faccio capire
mi faccio sentire ma non impongo
che giustizia nei riguardi
che ci legano e che adesso
fanno di lui il fratello
più cattivo
che ho 

giovedì 23 maggio 2013

Quando mi sveglio.



Quando mi sveglio
nella campagna
mezza stesa
come un coniglio
c’è ancora qualcosa
che mi lega a te
che mi sei accanto

Il nostro segreto 
se ne sta
addormentato
in mezzo a noi
come un bambino
troppo piccolo
per parlare

Labbra a labbra
nella luce
mi incastro muta
nel tuo sonno

Altrimenti poi
hai paura 

venerdì 17 maggio 2013

Satellite.


Orbito
intorno alla presunzione
di saccenza e di immissione
all’interno di una vita
altrui
come Pozzuoli
che mi accoglie
e mi distingue
ma non mi ama

Non mi puoi portare
sul piedistallo che hai creato
con la forma del mio cammino
perché il mio
non è un cammino – ti dico
è un precipizio
e scendo
precipito
nel burrone
dell’incerto

Risalgo
ma non ti trovo
per questo orbito
vago, divago
e la giustizia
non mi da pace 

martedì 14 maggio 2013

Senza titolo.



Tappi
di sughero
tracciano
il mio cammino
come impronte
borgogna
macchie scure
graffi

La costa
del mio ventre
prosegue dritto
e irto si rifugia
nel sapore salino
del sangue che versa
e che diventa
mare

Le mie dita, storie lunghe
ramoscelli e serate,
raccontano di odori
pasta asciutta
sentimenti
promenade

E tutto questo in blocco resta
la promessa che mantengo
e le risate che ormai spengo
nel letto
come la lucina
sui libri da 
spolverare 

Come
il cielo terso del Messico
senza nuvole
o la tristezza fittizia
di Napoli