giovedì 31 ottobre 2013

Cameretta e risvegli.


Quanta distanza ci vuole
per cancellare una mancanza
e di quanta voglia ho bisogno
per alzarmi la mattina senza
rimorsi, senza pensieri

Di quanta lontananza necessito
per rendermi conto che non è
possibile, ogni volta, arenarsi
nei propri meandri. E quanta
distanza ci vuole
per mancarti, quanta
voglia vuoi
per chiamarmi; 

di quanta lontananza necessiti
per far fronte all’impossibilità
d’incontrarmi nel solito bar
di fronte alla solita Chiesa
della solita periferia

Quanta assenza ci vuole
nel letto per capire che
nove metri quadri non bastano
e che mi si annulla tutto
se non ci sei 

lunedì 21 ottobre 2013

Semafori.


Se penso alle cose buone mi vengono in mente
un nome, un paio di altezze stellari, filamenti
birre, vino, tradimenti nascosti tra i denti
e i parenti; mi vengono i mente i cani delle zie
e i nipoti che crescono in webcam; se penso
alle cose buone mi vengono in mente le cose
che fai quando me ne vado, le cose che dico
per restare e le valigie che preparo al telefono
da farmi portare. Se penso alle cose buone
mi viene in mente un mezzo colore, un
cartello stradale, la mia patente da utilizzare
e tutte le storie che ho da dimenticare.
Se penso alle cose buone mi viene in mente
la mia concezione di pasta al dente e la strana
sensazione che ho adesso che sono un pesce
controcorrente che rincorre la propria ombra
e che si blocca al semaforo
verde.

venerdì 18 ottobre 2013

Per finta.


Nella mia cartellina rossa ho
uno scomparto apposito
dove mettermi a dormire
quando la nebbia scende
e il sole si vede troppo poco
per restare ancora qua
a studiare. Succhio
la mia asticella di plastica
e mi faccio tenere compagnia
dai messaggi obliqui rispetto a me
che leggo nei tuoi occhiali

Resto in attesa e mi domando
se mai riuscirò a concludere
quest'anno, e intanto
sono le cinque e quasi
piango

mercoledì 16 ottobre 2013

Uccellini.


Sono appiccicata alle pareti della biblioteca
e non voglio fare né tardi né presto
per studiare insieme a te che parli
la mia lingua e ogni tanto non capisci, allora
c'è bisogno di un traduttore che non sia google
che non sia il Garzanti o il Petit Robert

Poi ci viene a trovare e si appiccica al muro
anche l'uccellino ocra che adesso mi da le spalle
e che ci offre del tè, dei pasticcini che detesta
solo per concludere la serata con una festa

Stiamo tutti e tre a mangiare l'aria fredda
e il cielo combacia con i pensieri e il sole
quasi non si vede e penso spesso al mare
che si vede dalla finestra della cucina
e alle scale che dividono il porto
e la lunga locandina che è la Solfatara
che sembra un film in prima visione
ogni volta. Più ci penso e più
voglio restare qua a pensarci

Ci accompagnano periodi strani
e strategie per passare le serate
in cui cade giù una pioggerella
di cui ignoravo l'esistenza. Dicono
che tra un po' il giardino dell'Università
sarà pieno di neve. Dicono che dovrò
comprare un maglione o un cappotto
migliore. Dicono che mi servirà
un traduttore

E intanto queste parole tutte insieme
inorganiche ma sincere tu le capisci
e c'andiamo a comprare il caffè
da pochi spicci, poi valutiamo i bagni
e rinunciamo ai pasti caldi, ma ci ritroviamo
appiccicati alle pareti della biblioteca
come falene o tende, profumi
per ambiente,
perduti e insieme nel mondo, sempre.

lunedì 14 ottobre 2013

Trovami un modo semplice per uscirne.


Cantico. 


Mi sono difeso invano e ora mi nascondo nell'ombra 
della luna bianca, l'alta lancia spezzata. 
Ho messo terre e acque tra noi come ostacoli, 
e siamo, in ogni luogo, vicini. 
T'incontro su ogni sentiero in attesa, 
eterna silenziosa compagna. 
Prendi per me nel cavo 
delle mani l'acqua delle sorgenti 
che esce tra templi e pietre senza rumore. 
Ti slacci la camicetta e coi seni nelle tue mani 
domandi: "Vuoi dissetarti qui o alla fonte?" 
Hai accostato la tua bocca alla mia scintilla. 
Confusa in ogni cosa, come ombra o pensiero, 
la luce ti porta in sé e la terra ti ha fatto crescere. 
In ogni suono il tuo silenzio: nelle tempeste 
nelle preghiere nel passo dell'uomo e nei liuti. 
Ciò che soffro è dolore per te, 
tu sei in ogni cosa che nasce o muore, 
vicino a me e pure così lontana. 
Sposa sempre promessa, mai sposa. 

{T. Arghezi} 


sabato 5 ottobre 2013

Cose belle.


Forse l'errore sta nel fatto
che dico sempre grazie, sempre
prego, mi schiacci pure, anzi
mi faccia un favore mi pesti
a sangue, mi spogli, mi scrosti
via la pelle, mi ammazzi pure

(...)

Forse non si capisce ma sono felice.


Ascolto
e non lo so perché
ma è finita anche
quest'estate che sembrava
così lenta e qui non smette
mai di piovere
dalla mia finestra piccola
e il cielo è così bianco
così
bianco
da far male agli occhi
almeno quanto
le spalle forti
che dicevi di avere
e tutti i ricordi che mi facesti
cambiare

Ascolto
l'aria che è tersa
e la moquette, anche questa
di quest'altro albergo e nella mia testa
sempre la stessa

Qui.


Tra un po' scende 
la neve. 



venerdì 27 settembre 2013

Post-it.


Ricordati che devi soltanto
avere fede nei preparativi, ché poi
alla partenza ci pensano
mamma e papà

Stai solo attenta al clima
e non vestirti troppo leggera;
fai solo foto e non
rinunciare alle cose
che ti sei fatta mancare

Ci penseranno gli amici
ad organizzare, ci penserà
la notte ad imbiancare
le cose da ricordare

Resisti e non cadere
nel precipizio di un saluto
o in un dolore provocato

Taci quando ti verrà chiesto e taci
quando non ti verrà domandato

Resta attenta
resetta
stai attenta

giovedì 19 settembre 2013

Chi vado cercando?


Abito in un paese piccolo
con un porto piccolo, delle
barche piccole e qualche
luce che vibra sul mare
ogni giorno in maniera
diversa. Viceversa, io
assumo sempre una uguale
posizione in attesa (che è la cosa
che sopporto di meno)
e aspetto. Il tuo bar
sempre aperto, sempre
vuoto, la forma
delle tue scarpe in giro
e a tratti i contatti, poi
è come se non fossi mai stato.
Io desidero di essere
un essere di fumo e finire
in un tombino forse
o nella tromba delle scale
lasciarmi scivolare
e nel tempo perdurare.
Abito in un paese piccolo
e viceversa io sono sempre
plurale, statica solo
nell'attesa.

domenica 15 settembre 2013

Filosofia serale anche un po' inutile.


Mi dispiace deluderti
ma non provo niente
né niente trovo più
nel tuo sorriso
e nei tuoi movimenti
sciatti, a scatti,
mentre ti gratti
gli occhi
appena sveglio

Mi dispiace per il mal di testa
provocato, è che non sono in vena
di perdoni, quindi grido, perché

Non sta a te decidere
le variazioni nel mio modo
di scrivere, o nel mio modo
di vivere. Chi è felice
non giudica; chi è felice
prosegue.

Mi dispiace averti coinvolto
e averti aspettato, quasi
appesa al tuo collo

Mi dispiace
più di tutto
non essere riuscita
ad insegnarti
la mia felicità

mercoledì 4 settembre 2013

Ti ringrazierei.


Il mio umore spesso
dipende dal sole che batte
su via Mezzocannone

Non mi tocca la paura
di incontrarti o di vedere
qualcosa che possa
ricordarmi noi, io
ho già pronta borsa, valigia
per quel che resta
da recuperare prima
della mia ultima partenza

Ti descrivo coi pennarelli bianchi
sul vetro che hai lasciato a casa
per finestre future
sul mare

Il conteggio dei nostri passi
si è fermato come il contagocce
della mia medicina o la perdita
d'acqua in cucina

Vorrei ringraziarti per la crescita
e per il valore che nel dolore
mi hai inferto, ma ormai
al portone mi aspetta
un vetro diverso, sebbene

Il mio umore spesso
dipenda dal sole che batte
su via Mezzocannone

venerdì 30 agosto 2013

Per me sei forma.


Per me sei forma
sei volo spiccato
e mano tesa a prendere
la più lontana stella
la volta

Per me sei atomo
mezzo umano
sadico, poco
con gli occhi tristi

Mi offri preziosismi
e giochi di alta lega
stratagemmi per passare la serata
frasi murate

Io ti do volentieri
i miei grazie, i miei prego
le mie richieste alcoliche
e la falsa ubriachezza

Poi
ci nascondiamo
e desideriamo insieme
l'infinità

mercoledì 21 agosto 2013

Passanti, conoscenti.


Le nostre sensibilità diverse
mi fanno specie se devo parlare
ma soprattutto se devo pensare
ad un futuro che non ho potuto
arrotolare insieme a te

Eravamo rondini felici
nel parco di Bologna
passeggiando perché poi
avremmo dovuto mangiare
l'impossibile
come sapevamo fare
solo noi

Non ho più fame
adesso che a pensarci
le nostre sensibilità diverse
si sono trasformate
in semplici e anormali
conoscenze.

venerdì 16 agosto 2013

Orsara.


Mio fratello ha le radici
in un piccolo paese che parla
di inciuci e di vendemmie
di raccolte differenziate e posti
strategici dove fare l'amore

Mio fratello ha le radici
nei suoi occhi malati di sole
e nelle chiese al confine
di ogni dove

martedì 23 luglio 2013

Protagonista.


Al posto della foca stasera c'era il clown
sulla palla infuocata del domatore di leoni
mentre le zanzare distraevano il pubblico
con danze concentriche di voli ronzanti

Il circo ormai è saturo - anche se saturo
è un termine difficile per una bambina
come me - quando il clown
per godere della sua occasione
si lancia dal cerchio e come un rullo
precipita atterrando con la testa
sulla sbarra del leone addormentato

Io bambina non capivo; il pubblico
sbigottito aveva assistito alla caduta
di quel determinato clown che adesso
aveva perso qualsiasi credibilità

Restano sgomenti gli astanti, cala
il sipario, il clown non apre gli occhi,
da che era protagonista di una scena
non sua

Io bambina, intenerita
ne faccio poesia: preparo
zaino magliette panini
e trucchi per coprirlo
qualora dovesse vergognarsi
della sua presunzione

Ogni volta che lo vado
a trovare

sabato 20 luglio 2013

Spiccioli.


Tu esci dalle polveri sottili con il naso
come un'idea troppo lunga o un consiglio
inutile e certamente inappropriato

Sei di quella filosofia spicciola
che non esiste neanche tra i banchi
di scuola o tra i litigi

Non sei compatibile con me
che mi distinguo e ci rifletto
che tiro il freno a mano
per non farti morire
e che quanto meno
rido

Sei equilibrista e sadico
sei la coincidenza che non desidero
lasci spazio ma non fai passare

domenica 14 luglio 2013

Cambia sempre.


Io su di te scrissi
una poesia cattiva
a indicare
passeggiate lunghe
speranze rubate
serate
buttate

Invece oggi trascorro la mia infanzia
su un muretto nelle formiche
per cercarti
tra le leggende che ti racconto
prima che parti.

mercoledì 10 luglio 2013

Caelum non animum mutant qui trans mare currunt.


(...) 

Siamo
solitudine


Ignari di cosa
racconteremo 







{Traducendo il titolo col traduttore 

farete mente locale} 

{come me} 

giovedì 4 luglio 2013

By your side.


Mi leggi il brano a voce alta
e altra, perché altrimenti pensi
che io non sia all'altezza di te
e di quello che mi insegni

C'era una volta un'era
in cui i fiori crescevano
selvaggi alle finestre
e le ginestre
non esistevano
le bambine si portavano
alle giostre
dietro Piazza Cavour
e le fontane dissetavano

I tuoi giardini - mi dici
erano appuntamenti speciali
panchine di desideri
e tormenti

Sei tornata - mi dici
ma io non ti volevo
eppure sono felice
eppure resto

C'era una volta un'era -
continui a raccontare,
in cui due bambini
si disegnavano e frignavano
si lamentavano del loro essere
specularmente
perfetti

Non hai nulla di questo mondo -
mi dicevi, noi due siamo
immortali.

http://www.youtube.com/watch?v=86vNWIz4M4s

mercoledì 26 giugno 2013

Addii.


Sono una scatola con intorno ricordi 
e la voglia di partire; sono la scatola 
vuota che non vuoi più vedere, che 
non ti vuoi più trovare sui piedi 
per nuove noie. Sono un piccolo 
insetto laborioso e senza senso; 
sono la morte e la tua nostalgia 
fragile che mi propini ogni volta 
senza ascoltarmi. Io sono il peso 
che gravita sulla tua testa informe, 
sono la rondine che migra 
verso cieli più bui, oppure 
sono la ragazza-ibrido 
dalla pelle olivastra 
che guida veloce 
e si schianta. 

Sono sensazioni nuove e 
corse in biciclette sconosciute; 
sono i convenevoli, le frasi 
risapute. 

sabato 22 giugno 2013

Imperativo.


Io sono la tua unica sorella
non ti possiedo per volontà
per forza di cose o per
opera di bene

Ti porto con me perché
il destino ci ha stretti
in un segreto di eternità
fatiscente
ed etereo

Io ti tengo stretto a me
perché abbiamo lo stesso
sangue, perché soffriamo
le stesse pene. Io ti ho con me

Al di là del giudizio, ti ho con me
per sopravviverti qualora
dovessi cedere alla tentazione ultima
di morte
che desideri


La mia nostalgia è la tua
fratello, ché mi rendi effimera
e piena, al contempo 

sabato 15 giugno 2013

martedì 11 giugno 2013

Nella nostra casa di carta.


Io e mio fratello stiamo
nella nostra casa di carta
dove parliamo piano e ci muoviamo
a tentoni per non svegliare
il primo treno che passa

Lo sappiamo che sono le sette
e che tutto il palazzo ancora
dorme. Mio fratello sembra
un’ombra bianca, cieca
si tiene le braccia
arranca sulle scale, denigra
cade e non produce
che rumori sordi e sbalzi
sprazzi

Io minuta
io minuscola
io
piccolissima

Lo vedo muoversi e sciogliersi
e fondersi con il pavimento
per trapassare la porta
contorcersi
andare

Solo rimpiango
di averlo lasciato
entrare 

giovedì 6 giugno 2013

Fratelli strani.


La ridente pianura
che detestavi e in cui
ti ritrovavi; la solitudine
dei tuoi girasoli e la
voglia di trasformazione
sociale e solidale come una
preoccupazione

Hai stoffa dura tra i capelli,
fratello, ché mi passi accanto
mi baci alla stazione e mi
trapassi. 


lunedì 3 giugno 2013

Poesie che non esistono.


Sei rimasta in me
come un segno
un graffio sulla schiena
il pensiero che ricorre
fisso
ogni volta
che camminiamo
senza guardarci
- dove stiamo andando

Con la sensazione
di appartenenza
che si prova
solo al nostro tavolo
solo
ai nostri banchetti
di vino e fragole
e ai nostri discorsi
di foglie
battute di caccia
bruciature

Avvengo
scomposta
tra le braccia
nostre
e l’erbaccia

Mi prometto
e sono smeraldo
di speranza limpida
e di respiro
nuovo 

sabato 1 giugno 2013

Pozzo.


Mio fratello è un pazzo 
mio fratello si taglia i polsi 
e li ricuce in classe, davanti 
a tutti. Mio fratello - quello 
coi capelli biondi e gli occhi 
tristi, il cognome di un animale - 
si rigenera nel dolore 
e non da pace a me 
che sono sua sorella 
minore. 

mercoledì 29 maggio 2013

8:50


I gatti sonnecchiano
sui balconi sbagliati
quelli in cui ci incontravamo
io e te
dove c’erano
gabbiani sporchi
scorciatoie
e abissi
in cui annegare
prima di tornare
e respirare 

domenica 26 maggio 2013

Fratelli.


La mattina si sveglia presto
nella sua casa di carta
senza finestre, il fratello
più buono e cattivo che ho

Rinnega se stesso al sonno
vaga impaziente sulle mattonelle
roteando gli occhi, lasciandosi
cadere filamentoso e seduto
perfettamente immobile
di statuaria malizia

Quando ho conosciuto
il fratello più buono e più
cattivo che ho – di certo
lui era più piccolo di quanto
non sia piccola io adesso
rispetto alle sue mosse adulte
e ai suoi rimpianti strategici

Mio fratello – quello buono che poi
è diventato il più cattivo che ho
si arrampica su di me per spiegarmi
che c’è vita oltre la cultura
incanalata sugli scaffali
in ordine alfabetico, di età
che ogni tanto riguardo
per capire

Per capire mio fratello
parlo piano e mi faccio capire
mi faccio sentire ma non impongo
che giustizia nei riguardi
che ci legano e che adesso
fanno di lui il fratello
più cattivo
che ho 

giovedì 23 maggio 2013

Quando mi sveglio.



Quando mi sveglio
nella campagna
mezza stesa
come un coniglio
c’è ancora qualcosa
che mi lega a te
che mi sei accanto

Il nostro segreto 
se ne sta
addormentato
in mezzo a noi
come un bambino
troppo piccolo
per parlare

Labbra a labbra
nella luce
mi incastro muta
nel tuo sonno

Altrimenti poi
hai paura 

venerdì 17 maggio 2013

Satellite.


Orbito
intorno alla presunzione
di saccenza e di immissione
all’interno di una vita
altrui
come Pozzuoli
che mi accoglie
e mi distingue
ma non mi ama

Non mi puoi portare
sul piedistallo che hai creato
con la forma del mio cammino
perché il mio
non è un cammino – ti dico
è un precipizio
e scendo
precipito
nel burrone
dell’incerto

Risalgo
ma non ti trovo
per questo orbito
vago, divago
e la giustizia
non mi da pace 

martedì 14 maggio 2013

Senza titolo.



Tappi
di sughero
tracciano
il mio cammino
come impronte
borgogna
macchie scure
graffi

La costa
del mio ventre
prosegue dritto
e irto si rifugia
nel sapore salino
del sangue che versa
e che diventa
mare

Le mie dita, storie lunghe
ramoscelli e serate,
raccontano di odori
pasta asciutta
sentimenti
promenade

E tutto questo in blocco resta
la promessa che mantengo
e le risate che ormai spengo
nel letto
come la lucina
sui libri da 
spolverare 

Come
il cielo terso del Messico
senza nuvole
o la tristezza fittizia
di Napoli